Pro.Loca.Tur, l’associazione italiana nata per tutelare i diritti dei proprietari di immobili concessi in affitto breve in maniera non imprenditoriale, ha ufficialmente impugnato le disposizioni relative al Regime del Fornitore Presunto (Deemed Supplier Regime – DSR) contenute nella Direttiva Europea per l’IVA nell’era digitale (VAT in the Digital Age – ViDA), chiedendone l’annullamento dinanzi alla Corte di Giustizia dell’UE.
Il Regime del Fornitore Presunto (DSR) stabilisce che l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) è applicabile anche ai privati che utilizzano piattaforme online per affittare le loro proprietà a breve termine. Ciò significa che quando una persona utilizza una piattaforma online per facilitare questi affitti, l’IVA verrà applicata a queste transazioni.
L’azione legale, intentata contro il Consiglio dell’Unione Europea, contesta l’applicazione dell’IVA ai cittadini che non sono in regime IVA. Queste disposizioni incidono in modo sproporzionato sulla vita dei cittadini comuni che non applicano l’IVA e che dipendono dal reddito delle locazioni brevi, che pubblicano su piattaforme online, anche per il loro sostentamento essenziale. Pro.Loca.Tur sostiene che le nuove norme impongano oneri normativi ingiustificati e violino i principi giuridici fondamentali.
“Queste disposizioni si basano sull’errato presupposto che gli affitti brevi siano in diretta concorrenza con gli hotel e che operino in modo identico. Il nuovo regime IVA minaccia un sostentamento dignitoso per i cittadini comuni, contraddicendo i principi essenziali di neutralità fiscale, certezza del diritto e diritto di proprietà.” ha affermato Aymeric deMoncuit, socio di Mayer Brown e rappresentante legale di Pro.Loca.Tur.
Il ricorso dell’associazione si basa su sette argomentazioni legali chiave, tra cui errori manifesti di valutazione, violazione dei principi di proporzionalità e parità di trattamento, violazioni dell’autonomia fiscale, della sussidiarietà e del diritto di proprietà.
Con l’avanzare del caso, Pro.Loca.Tur invita i responsabili politici a valutare attentamente le disposizioni IVA per i cittadini comuni che affittano i propri immobili in maniera non imprenditoriale, sostenendo soluzioni che proteggano i loro mezzi di sussistenza e impediscano la dipendenza dai sistemi di previdenza sociale pubblici.