COMUNICATO STAMPA DI PROLOCATUR IN RISPOSTA AI SINDACI DI FIRENZE E VENEZIA Quello che arriva da alcuni politici locali è soltanto l’ennesimo attacco sconclusionato alla locazione breve.

COMUNICATO STAMPA DI PROLOCATUR IN RISPOSTA AI SINDACI DI FIRENZE E VENEZIA

Quello che arriva da alcuni politici locali è soltanto l’ennesimo attacco sconclusionato alla locazione breve.

Anche questa volta si chiede “una normativa nazionale più chiara e definita” quando chiaramente l’intento è quello di ottenere una normativa più restrittiva e che avvantaggi chi finora ha goduto di una rendita di posizione che non vuole abbandonare.

Limitare la possibilità di locare un immobile di proprietà significa limitare il diritto di godimento del bene stesso garantito costituzionalmente.

La normativa esiste, ma forse perché non va nella direzione restrittiva auspicata dai due Sindaci allora si fa finta che non esista.



L’”offerta improvvisata”, come definita nel documento presentato, è giudicata positivamente nonché utilizzata quotidianamente dai viaggiatori e dai turisti e con ottimi risultati confutabili sui vari portali.

L’unica deregulation che si è vista in questi anni ha riguardato la depenalizzazione del mancato versamento dell’imposta di soggiorno da reato penale di peculato a semplice illecito amministrativo, venendo incontro sicuramente a richieste non provenienti dal mondo della locazione.

Per quanto riguarda la prima proposta normativa presentata dai Sindaci nel loro documento, solo chi vuole essere miope a tutti i costi non si rende conto che la creazione di una destinazione d’uso specifica per la locazione breve non abbia alcun intento regolatorio ma soltanto l’obiettivo di distruggere la proprietà privata immobiliare. Chi è proprietario, infatti, si troverebbe schiacciato dall’impossibilità di fare affitti brevi e dall’eccessivo rischio degli affitti “lunghi”, basti pensare alle lungaggini di uno sfratto per morosità o all’attuale blocco degli sfratti tutt’ora in vigore. Il danno alla proprietà immobiliare inoltre è giusto il caso di ricordarlo, è un danno ad un’intera filiera che parte dai professionisti progettisti e continua con le ditte edili ed a tutto l’indotto.

Per quanto riguarda poi la seconda proposta normativa, è un calderone che comprende, da una parte nuove pesanti limitazioni alle locazioni brevi, come quella di rendere imprenditoriali quelle che superino i 90 giorni di occupazione annui e dall’altra qualche errore di conoscenza.
Gli inquilini delle locazioni brevi infatti già pagano l’imposta di soggiorno e le locazioni brevi sono già equiparate alle strutture ricettive per quel che riguarda la comunicazione degli alloggiati di cui all’art. 109 TULPS. Non c’è nessun motivo quindi per chiedere una reiterazione normativa di questi obblighi.


Qui si tratta o di mancanza di conoscenza o di voglia di allungare il brodo per nascondere il vero intento della richiesta dei Sindaci che è solo quello di limitare per motivi ideologici il godimento della proprietà privata e di ricercare visibilità politica personale.

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